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Chi siamo

Calabria Verde è l'Ente strumentale della Regione Calabria, nato nel 2013 per unificare la gestione della forestazione e della difesa del suolo. Con sede a Catanzaro, opera su tutto il territorio regionale.

Istituzione dell'azienda

L’Azienda Calabria Verde della Regione Calabria nasce con la legge regionale n. 25 del 16 Maggio 2013, come Ente strumentale della Regione per assolvere in modo unitario a tutti gli interventi sul territorio nel campo della forestazione e della difesa del suolo, compito assolto sino ad allora dall’Azienda Forestale della Regione Calabria (A.Fo.R.) e dalle Comunità Montane soppresse e poste in liquidazione.

Articolazione dell'azienda

L’Azienda Calabria Verde ha sede legale a Catanzaro. Esercita le sue funzioni sul territorio dell’intera Regione attraverso una struttura tecnico-amministrativa organizzata a livello distrettuale.

Quadro organizzativo
Sede Centrale Azienda Calabria Verde, via Lucrezia della Valle, 34 Catanzaro

Distretti di: Acri, Bovalino, Crotone, Cittanova, Malvito, Reggio Calabria, San Giovanni in Fiore, Santo Stefano di Rogliano, Serra San Bruno, Taverna, Verbicaro.

Servizi

• Tutela del patrimonio ai fini istituzionali, concernente la forestazione e la politica per la montagna.
• Attività di Servizio di Monitoraggio e Sorveglianza idraulica della rete idrografica regionale.
• Attività regionale di prevenzione e lotta agli incendi boschivi e supporto della protezione civile.
• Interventi di pertinenza della Regione per la prevenzione ed il risanamento dei fenomeni di dissesto idrologico ed idro-geologico.
• Cura e gestione del patrimonio forestale della Regione Calabria.

Compiti

Salvaguardia, valorizzazione e sviluppo del patrimonio forestale e faunistico della Calabria; produzione di beni e/o attività competenti l’ambito della forestazione e delle politiche della montagna. L’azienda, per attenuare i danni delle calamità naturali radicate nel territorio regionale, svolge un’approfondita azione di prevenzione meteorologica ed idrogeologica.

Il territorio

La Calabria è dotata di una straordinaria varietà di paesaggi e di specie animali tale da potersi considerare una sorta di sintesi dell’intera natura Italiana. Quasi 800 chilometri di coste, sei massicci montuosi, un’estensione forestale tra le più cospicue d’Italia e un’imprevedibile ricchezza d’acque interne, ne fanno lo scrigno di un patrimonio unico in natura da proteggere e conservare per il futuro.

Al confine con la Basilicata, a nord, si estendono il Pollino, caratterizzato da grandi bastionate calcaree, altipiani e praterie, canyon fluviali (il più noto è quello del Raganello), ed i Monti di Orsomarso, dove si alternano fitti boschi, dolci distese di pascoli, profonde forre rocciose in cui scorrono i corsi d ‘acqua. Entrambi i massicci ospitano il pino loricato, maestosa conifera endemica, con esemplari vecchi fino a mille anni, simbolo della zona e muti testimoni delle sue irreperibili e uniche vicende geologiche, storiche, antropologiche ed etniche. L’alternanza di vallate, dirupi, gole, pascoli d’alta quota e climi diversi fa sì che la fauna e la flora della zona siano estremamente varie. Mentre sul fresco versante lucano non mancano i boschi di abeti e  faggi, i torridi versanti esposti a sud consentono la sopravvivenza della macchia mediterranea, di fichi d’India ed euforbie.Quanto alla fauna, essa conta svariate specie rare o in via di estinzione. Accanto ai numerosi rapaci che nidificano sulle rocce (l’aquila, il gheppio, il falco pellegrino), troviamo preziose popolazioni di lupi e di caprioli e forse, favorita dall’accidentata idrografia del territorio, qualche esemplare della rarissima lontra, che vive e pesca nei corsi d’acqua più limpidi.

Al centro della regione si allarga il vasto altopiano della Sila, oltre 150 mila ettari di estese foreste punteggiati di laghi, pascoli e praterie; un dedalo di fitti boschi, valli, fiumi e torrenti serpeggianti. La specie più diffusa è il pino laricio, anche in questo caso una conifera endemica che talvolta raggiunge i due metri di diametro e i 40 metri d’altezza. In genere dà vita a boschi puri, molto densi, spesso con alberi maturi, talvolta con la presenza di altre piante come il cerro (Arnocampo) e l’abete bianco (Gariglione). Molto importante e ugualmente comune è il faggio. Belle e pittoresche, le faggete conferiscono all’ambiente un’atmosfera suggestiva quando in autunno le foglie si colorano di rosso. È meno frequente invece l’abete bianco, un’elegante conifera che può raggiungere altezze ragguardevoli, fino a 40-50 metri. Ha il limite meridionale della sua distribuzione peninsulare proprio in Calabria. Grazie ai tronchi lunghi e dritti, simili a colonne, i boschi formati da questi alberi hanno l’austerità di grandi cattedrali naturali. L’abete bianco si trova spesso in associazione con il faggio con cui condivide esigenze ecologiche. Non va assolutamente dimenticato, specie nelle zone presilane, ll castagno, pianta che ha costituito un’importantissima risorsa nell’economia rurale. I castagneti ospitano, tra l’altro, una miriade di animali (insetti, uccelli, Fertili, topi, scoiattoli e ghiri), in una complessa catena alimentare. Tra le altre specie presenti sull’altopiano vanno ricordate il cerro, il pioppo tremulo, il tasso, l’agrifoglio, l’ontano napoletano, il carpino, l’acero di monte e l’orniello. Il sottobosco delle foreste silane, pur essendo piuttosto povero (soprattutto quello delle pinete), è il luogo ideale per i funghi, che prosperano all’ombra delle conifere: porcini, lattari, ovuli. Per quanta riguarda la flora minore, piante di diversa provenienza si ritrovano negli estesi pascoli, che a primavera sono un tripudio di colori. La primula, l’asfodelo, il botton d’oro, l’orchidea sambucina, i crochi, i narcisi, le viole, i nontiscordardimé, l’endemica luzola di Calabria, e la soldanella calabrese, tappezzano letteralmente alcune vallate. Nelle radure spiccano l’epilobio, la potentilla calabra e la digitale ferruginea. In Sila si trova anche, in buona quantità, una partircolare ginestra, la ginestra d’Inghilterra (Genista angelica). una pianticella piccola e spinosa detta localmente “ciciarella”, la quale, nonostante sia tipica delle brughiere atlantiche, cresce in questi luoghi che costituiscono anche il suo limite meridionale. Con le sue enormi foreste, interrotte da ampi prati e da radure, la Sila è il luogo più adatto alle specie animali legate al bosco. L’animale più frequente, ed anche più facilmente osservabile, è lo scoiattolo meridionale, dalla bella livrea scura in contrasto con il ventre bianco, che trova nelle pinete silane il suo habitat ideale. Abbastanza comune è anche la volpe. Capace di adattarsi alle situazioni più diverse, questo mammifero dal pelo lungo, folto e morbido, di colore rosso ruggine sul dorso e grigio sul ventre (è caratteristica la lunga ed elegante coda), scava la tana sotterranea in un luogo soleggiato, tra i cespugli o in prossimità di radici. In Sila sono presenti anche il tasso, la faina, la puzzola, la donnola e il ghiro, il capriolo ed anche il cinghiale. Le vaste foreste di conifere e i boschi misti (soprattutto a faggio) dell’altopiano silano costituiscono l’ambiente privilegiato del picchio nero. Abbondante è, pure, la presenza degli uccelli. Tra i rapaci notturni, presenze importanti sono quelle del gufo reale, dell’allocco e del barbagianni; di giorno invece, con un po’ di fortuna, è possibile osservare il volo della poiana, del falco pellegrino e del nibbio reale. Non mancano, infine, diverse specie di rettili. Sui pendii assolati, tra pietre. Alberi e arbusti, è frequente la vipera comune, più rari il columbro di Esculapio e l’innocuo cervone, il più grande serpente italiano.

Tra la Sila e l’Aspromonte ecco le Serre, impreziosite dalle austere abetine di Serra San Bruno, e dalle gole fluviali ioniche con le cascate più imponenti dell’intera regione, come quelle di Marmarico a Bivongi. L’essenza arborea più significativa delle Serre è l’abete bianco che, proprio qui più che in ogni altra montagna calabrese, trova condizioni favorevoli, per Il clima prevalentemente umido e per la copiosità delle precipitazioni. Nella stragrande maggioranza dei boschi, gli abeti sono misti a faggi, castagni e ontani napoletani e talvolta a cerri. Più raramente sono presenti acero montano e opalo tasso e agrifoglio. Nel sottobosco si incontrano eriche, agrifogli e ginestre ad altitudini più modeste, rispetto alle faggete, crescono roveri e farnetti. Per quanto riguarda la fauna tipica, sono presenti il cinghiale, la donnola, la faina, la puzzola, la martora; e poi il gufo reale, il falco pellegrino, l’allocco, la poiana. Comunissima è la volpe. Molto frequentemente si avvistato il corvo, il cuculo, la gazza ladra, il picchio rosso e il merlo comune.

Altra zona caratteristica della regione è l’Aspromonte. Erose pendici con enormi querce secolari si alternano a dense selve di pini, abeti e faggi; valli tappezzate da pascoli e da estese praterie si contrappongono a gole incassate e buie; una natura a tratti rigogliosa lascia spesso il passo a zone brulle e riarse dal sole. L’Aspromonte è quasi interamente ricoperto di boschi. Risalendo si possono incontrare, sui suoi quasi duemila metri di dislivello, tutte le principali fasce di vegetazione, tipica dei rilievi montuosi del Mezzogiorno. Le estese foreste del piano montano sono costituite in gran parte da faggete pure (ma non mancano i boschi misti con abete bianco o pino lancio). Il faggio con il suo aspetto elegante, slanciato, con la sua corteccia liscia e argentea e le sue foglie che in autunno assumono un colore rossastro, conferisce al paesaggio un’atmosfera molto suggestiva. Sui crinali intermedi si rinvengono formazioni rade e aperte nelle quali spiccano imponenti esemplari di rovere. Più in basso, ai boschi di leccio si alternano formazioni di farnetto, di roverella, di sughera e castagno; ma la più maestosa tra le essenze arboree del manto boschivo è il pino laricio dal tronco diritto e slanciato. La flora annovera in Aspromonte un gran numero di specie: la rarissima salvia incisa, il ranuncolo rupestre dell’Aspromonte, l’ailanto color zafferano, la silene calabrese, il limonio di Calabria, l’euforbia arborea e la ginestra. Fioriture di viole, narcisi, cuochi, asfodeli, orchidee colorano le praterie e i pascoli di alta quota,mentre il mirto, l’erica, il lentisco, la fillirea sono la costante delle macchie nelle zone più basse. L’oleandro insieme alle tamerici vegetano lungo i bordi e nel greto delle fiumare. l numerosi tratti di territorio difficilmente accessibili agli uomini, la scarsa antropizzazione, le estese e fitte foreste, le pareti rocciose isolate e imponenti, il diffuso a allevamento brado, la vantaggiosa posizione del massiccio al centro di alcune importanti rotte migratorie, sono tutti elementi che fanno dell’Aspromonte un paradiso per gli animali selvatici. Sono presenti, infatti, anche se non in modo considerevole, il lupo e l’aquila del Monelli. Frequenti sono i cinghiali, la martora, il gufo reale, il picchio nero, lo scoiattolo meridionale e il gatto selvatico.